Il Castello dell’Imperatore, il monumento della Memoria in città
Tutti, a Prato, lo conoscono come monumento medievale, associano il suo nome all’imperatore del Sacro Romano Impero anche se, frequentemente, confondono Federico II con Federico Barbarossa. Una poderosa architettura, incastonata in quello che oggi è diventato il centro cittadino, racconta la Storia di Prato dal XIII secolo fino ad oggi. Il Castello è stato protagonista e testimone di otto secoli di storia e la sua massiccia presenza è uno scoglio visivo che induce, anche il passante più frettoloso, a soffermarsi su alcuni fatti.
Ogni secolo porta con sé un evento per cui, cominciando dal XIII secolo, dalla fondazione, si può ricostruire la fisionomia politica di Prato fino al XVIII secolo quando la fortezza fu smilitarizzata e adibita a ospizio per i veterani, poi a prigione e, infine, anche ad abitazione privata, con l’aggiunta di modeste strutture fra Sette e Ottocento.

Si nota, a sinistra, il “cassero” ovvero quel corridoio fortificato che un tempo univa la piccola fortezza costruita presso porta Fiorentina con la porta orientale del Castello dell’Imperatore e che fu abbattuto per realizzare il Viale Piave.
In tempi più vicini a noi, il Comune di Prato l’acquistò dal Ministero della Guerra nel 1932 e eseguì un primo restauro seguito, nel dopoguerra, da un più significativo intervento concluso nel 1975.
Le vicende degli anni della guerra sono particolarmente importanti perché dopo gli scioperi del 4 marzo del 1944 il Castello fu il protagonista della reazione fascista. Il 7 marzo, in una città sotto i bombardamenti, cominciò una vera e propria “caccia all’uomo” al fine di catturare operai che tornavano o andavano al lavoro e antifascisti più o meno noti, che furono, inizialmente raccolti all’interno del Castello dell’Imperatore, all’epoca sede della Guardia nazionale repubblicana.
Il Castello fu, dunque, il primo luogo in cui si trovarono tutti insieme coloro che, il giorno dopo, sarebbero stati trasferiti a Firenze. Da lì furono infine deportati nei lager nazisti con un treno partito dalla stazione di Santa Maria Novella l’8 marzo e giunto a Mauthausen l’11 marzo 1944.
L’iniziativa – realizzata grazie al contributo del Comune di Prato – prevede la visita guidata del Castello dell’Imperatore – realizzata da Prato Cultura e promossa da ArteMìa – percorrendo tutte le tappe della storia della fortezza, e si conclude con un monologo teatrale inerente al tema del Giorno della Memoria, a cura di Spazio Teatrale Allincontro.
Le visite guidate si svolgeranno Sabato 29 gennaio alle ore 10.00 e Domenica 30 gennaio alle ore 10.00, sono gratuite ma la prenotazione è sempre obbligatoria e si può fare tramite ArteMìa sul nostro sito o ai seguenti recapiti: info@artemiaprato.it – 340 51 01 749. Per partecipare alle visite guidate è richiesto il green pass rafforzato e di indossare la mascherina FFP2.
